Quando cammino, quando mi sposto da un posto all’altro, mi soffermo a osservare le persone.

Le guardo e analizzo ogni loro singolo dettaglio,

ogni loro movimento. Allo stesso tempo,

provo a immaginare cosa stiano pensando.

 

Mi piace osservarle da lontano, piano piano.

Con discrezione mi avvicino, come se fossero le mie prede, e le guardo ancora, aspettando il momento giusto. Quando arriva, fermo quell’attimo con un solo scatto, senza indugi. Poi mi allontano, con la stessa discrezione con cui mi sono avvicinato.

 

Solo dopo, quando guardo le mie foto, scopro se ciò che

i miei occhi hanno visto e la mia testa ha deciso

di fermare sta lì, in quegli scatti. E in quell’istante

mi rassereno, perché smetto di cercare, perché inizio

a godermi i miei soggetti, i colori, le sfumature e i loro movimenti.

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Vite messe a fuoco è un viaggio nel pensiero fotografico

di Vito Margiotta e nel suo processo creativo, che passa attraverso le persone che incrocia

e che ha deciso di immortalare nelle opere esposte.

Passa per i Paesi che sceglie di visitare, o semplicemente per i luoghi in cui vive e interagisce nella sua quotidianità.

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